—Ciao, ciao, ciao, Pame, Pame, Pame, ciao Pame. Esci Pame, esci; ridi, piangi... sempre ti vedo, sempre mi piace satre con te, mai andró via. Pame, Pame mi ricordi? Ricordimi! Ricordi quando parlavamo. Ricordi quando solevi parlarmi. E! Lo ricordi? Sono le cinque e mezza di mattina. Pamela ha 24 anni. Si sveglia, si siede sul letto, non vuole fare niente, non vuole andare al lavoro, non vuole... Non ha dei vestiti puliti, non vuole pensare, così accende il Ipod e i suoi diffusori, e comincia a suonare: ideoteque di Radiohead. Sempre che sente questa canzione si immagina dentro di un castello di ghiaccio, immagina anche l’aurora polare, e, anche la fa sentirsi triste, e, questo vuole, vuole sentirsi triste. La sua sofferenza la fa speciale, la fa distinta. Si alza del letto, prova di non passare sopra i vestiti (In spanish I use pisar la ropa), i libri. Cerca, inutilmente (e lo sa) della biancheria intima, non può prendere quella che ha usato ieri: ha fato esercizio, sceglie quella che ha usato il lunedì (oggi è giovedì) il tempo ha ridotto il odore, la porta con lei, va al bagno fa la doccia; prende qualque biscoto da mangiare. Esce da casa. —Pame ricorda, ti prego, ricorda! Sempre sarò con te. Quando va della fermata del autobus può sentire come il suo pantalone si cade, sa que ha perso de volume, quasi no mangia y fa troppo esercizio. Si sente che piangerà, ma la smette prima di che la prima goccia esca. Ora nella fermata del autobus de la sua compagnia (un assemblaggio delle automobili tedeschi), Ignacio, la guarda, adesso già senza desiderio. Adesso preferisce dormire nel’autobus (c’e un’ora in autobus da questa fermata al suo lavoro)che provare parlare con Pamela e farle credere vuole essere il suo amico, però la verità sultanto vuole scoparsela (lei in ogni modo già sapeva questo). Pame anche lei vuole dormire. Nel autobus entrembi dormono. —Pame, pame... Il sogno comincia. ―Guardi Pamela, guarda lo che me hanno comprato seguimi.― lei sa che cosa succederà― guarda il mio nuovo cucciolo, non è carino? Guardi viene mio fratelo ―lei sa che cosa succederà. ―Pamela come stai? Le chiede il fratelo de sua amica. Lui è due anni più grande che lei. Pamela ha 15 anni, è lei sa che cosa succederà. ―Pamela giochemo gamecube. Pamela sa che colà succederà. Si avvicinano dalla camera da letto, dove lui ha il suo gamecube. Lei sa che cosa succederà. Ma, non è la camera da letto che ricorda, è un’altra; ma questa la conosce anche, il sogno non la vuole più, e lei va lo possibile per rimanere nel sogno, la luce si spegne ―Pame. Lei comincia a piangere ma il suo lamento non suona, vuole fare il più rumore possibile, ma non puo. Però l’acqua que esce dei suoi occhi non la lascia vedere bene, vuole fermare l’acqua ma non può, solo può vedere delle ombre. E sa chi è... il sogno non lo può consentirlo più, e la fa uscire dal sogno. Ora nel autobus ha dei occhi con acqua. Il silenzio la spaventa. Il deserto dove si trova il suo lavoro la fa sentire triste. Il autobus arriva al lavoro. E lei entra. Ora nel suo posto comincia a lavorare ma dentro di un cassetto trova carta piccolina è molto vecchia, ―non ricordava que questa carta c’era ancora, infato non recordava che questa carta in alqune ocozione è esistita― e con inchiostro rosso dice: Ti amo pame. Comincia a piangere un’altra volta. Già due volte prima della sette da mattina.

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